In tutte le culture del passato, la maggior parte delle divinità furono rappresentante con sembianze di animali: dai greci agli egizi, dai maya ai popoli germanici.
Il nome Bafometto nasce nel 1307, quando il re di Francia, Filippo IV il Bello, decise di porre fine all’Ordine dei Templari.
Il termine ricorre per la prima volta nei verbali del processo contro i Cavalieri Templari. Durante la soppressione dell’ordine, l’Inquisizione sostenne che i Cavalieri usassero un Bafometto per la cerimonia di iniziazione e quindi furono accusati di eresia e idolatria. Ma un nome estorto sotto tortura potrebbe essere semplicemente il risultato di un’onomatopea.
Il nome Bafometto originariamente era una deformazione del nome di Maometto, il profeta dell’Islam. Affermare che i Templari adorassero Bafometto significava, in effetti, che fossero musulmani segreti.
Il nome fu poi ripreso dai sostenitori dell’occultismo e associato nel tempo, all’immagine di Satana.
Tuttavia, gli elementi alchemici ed esoterici sono di origini arabe e cabalistiche e non appartengono al cristianesimo, né tantomeno al satanismo.
Nel 19° secolo, l’occultista francese Eliphas Lévi formulò la concezione moderna della figura attraverso un’illustrazione che la ritrae come nel disegno. I massoni furono in seguito accusati di adorarlo, dopodiché fu incorporato nella teologia di Thelema e, a sua volta, nell’iconografia del satanismo di LaVeyan.
Baphomet è un’insieme di elementi mischiati assieme per dimostrare che tutti abbiamo un’origine comune: uomo e bestia, maschio e femmina, luce e tenebre, l’al di sopra e l’al di sotto, aria, acqua, terra e fuoco, creazione e distruzione, saggezza e stupidità. Vuol essere l’immagine di un’idea fantasiosa che però comunica una cosa importante: l’equilibrio. L’intera Creazione in un’unica creatura.
Sulla fronte porta il segno del pentagramma, con una punta in alto, simbolo di luce.
Le mani, che formano il segno dell’ermetismo, quella rivolta verso la luna bianca di Chesed e l’altra in basso, in direzione della luna nera di Geburah, esprimono la perfetta armonia tra misericordia e giustizia.
Un braccio è femminile e l’altro è maschile; su uno è incisa la parola “coagula” cioè “unire” e sull’altro “solve” cioè “sciogliere”.
Tra le corna arde la fiamma della saggezza, la luce magica dell’equilibrio universale, l’immagine dell’anima sollevata sopra la materia.
La testa di capra rappresenta l’immagine dell’uomo peccatore.
Ha il seno per simboleggiare la femminilità e il caduceo di Hermes per simboleggiare la mascolinità, in mezzo a due serpenti: uno bianco e uno nero.
Bafometto rappresenta tutti gli opposti e le uguaglianze nell’universo, in modo simile allo Yin e allo Yang.
Rappresenta l’essere umano perfetto e ideale e incarna tutto nell’universo.