Chi non conoscesse Ipazia di Alessandria, consiglio di guardare il film Agorà, ambientato nella seconda metà del IV sec d.C. e bellissimo tra l’altro.
Ipazia fu istruita dal padre Teone (geometra e filosofo che studiava e insegnava ad Alessandria) e si dedicò in particolare alla matematica e all’astronomia, ma divenne in breve tempo migliore del maestro e maestra di molti.
Era di natura più nobile del padre, non si accontentò del sapere che traeva dalle scienze matematiche alle quali lui l’aveva introdotta, ma si dedicò anche alle altre scienze filosofiche.
Ipazia era giunta a tanta cultura da superare di molto tutti i filosofi del suo tempo. Gettandosi addosso il mantello e uscendo in mezzo alla città, spiegava pubblicamente a chiunque volesse ascoltarla, gli studi di Platone, Aristotele o le opere di qualsiasi altro filosofo. Per questo motivo accorrevano da lei da ogni parte tutti coloro che desideravano ampliare le proprie conoscenze.
Il prestigio conquistato da Ipazia ad Alessandria fu non solo di natura culturale, ma presto diventò anche politico.
Una donna che insegna nelle strade sembra sottolineare un comportamento la cui audacia pare voluta, come un gesto di sfida. In quei tempi erano appena stati demoliti i templi dell’antica religione pagana per ordine del vescovo Teofilo, una demolizione che simboleggiava la volontà di distruzione di una cultura alla quale anche Ipazia apparteneva e che ella era intenzionata a difendere e a diffondere.
I decreti teodosiani, emessi dall’imperatore Teodosio tra il 391 e il 392, avevano sancito la proibizione di ogni genere di culto pagano ed equiparato il sacrificio nei templi al delitto di lesa maestà, punibile con la morte.
Per sollecitudine di Teofilo, l’imperatore ordinò di distruggere i templi degli elleni in Alessandria
Non solo gli elleni subirono l’ira dei cristiani, ma l’intera comunità ebraica fu cacciata dalla città, i loro averi furono confiscati e le sinagoghe distrutte.
In questo clima maturò l’omicidio di Ipazia. Era il mese di marzo del 415 e molti sostennero che Ipazia fosse in realtà una strega.
<<Una moltitudine di credenti in Dio si radunò sotto la guida di Pietro il magistrato, un credente in Gesù Cristo perfetto sotto tutti gli aspetti, e si misero alla ricerca della donna pagana che aveva ingannato le persone della città ed il prefetto con i suoi incantesimi. […] la trascinarono e la portarono nella grande chiesa chiamata Caesarion. Poi le lacerarono i vestiti e la trascinarono attraverso le strade della città finché ella morì. E la portarono in un luogo chiamato Cinaron, e bruciarono il suo corpo. E tutte le persone circondarono il patriarca Cirillo e lo chiamarono ‘il nuovo Teofilo’ perché aveva distrutto gli ultimi resti dell’idolatria nella città>>
L’omicidio di Ipazia serviva a dare una lezione e un avvertimento ai pagani che ancora occupavano alcuni posti chiave nell’amministrazione della città e che tentavano di mantenere in vita la cultura ellenica.
Dopo l’uccisione di Ipazia fu aperta un’inchiesta. A Costantinopoli regnava di fatto la sorella del minorenne Teodosio II e fu dichiarata santa e martire dalla Chiesa.
Ipazia è diventata simbolo della libertà di espressione e di pensiero.