Lucifero, l’angelo cacciato dal Paradiso e in esilio perenne, vaga solitario afflitto dalla nostalgia.
Mentre viaggia immerso nei pensieri, la casa del re Gudal attira la sua attenzione. Sua figlia, la giovane principessa Tamara, come vuole la tradizione della Giorgia, assieme alle amiche danza per l’ultima volta nella vita prima di unirsi in matrimonio.
Sensuale e bellissima, Tamara balla e il Demone la vede e di colpo un’emozione inspiegabile agita la sua anima e riempie di una beata armonia il deserto del suo cuore. Il Demone sente rinascere in sé l’amore.
Ma ella è promessa ad un altro e Lucifero per gelosia, lo uccide.
In preda alla disperazione, la principessa si getta sul letto e piange, ma una voce incantevole le parla, le sussurra con parole carezzevoli di non essere triste e di non versare lacrime per colui che non può sentirle. Le promette di tornare e mandarle sulle ciglia di seta sogni dorati.
Tamara sente di essere dominata da una forza oscura, ne prova contro la sua volontà attrazione e, nella speranza di tenerla lontana da sé, entra in convento e si fa monaca. Di giorno però lei stessa sospira nell’attesa che lui arrivi, e di notte la creatura dagli occhi tristi e dalla voce melodiosa torna a popolare i suoi sogni.
Tamara canta nella sua cella un canto dolce e contrito, e il Demone comprende finalmente che anche lei lo ama.
Commosso dalla tenerezza del canto, il Demone entra nella cella di Tamara, ma trova accanto a sé un cherubino. Con la sua canzone la ragazza ha infatti invocato l’aiuto dell’angelo e non, come ha creduto il Demone, chiamato lui.
Così, il Demone viene scacciato dal cherubino e in lui svanisce la gioia, il desiderio del bene, e l’antico odio si risveglia in tutta la sua atroce potenza.
Tamara non disdegna il sofferente Lucifero, ne è attratta, lui è bello, ma teme che la sua parola sia ingannevole, che voglia solo sedurla e allora lo fa giurare.
Lucifero le giura amore eterno e immutabile e le promette di farla diventare regina dell’universo, le rivelerà l’abisso della conoscenza, le darà il dominio del mondo e, trascinato dall’eloquenza, anche l’impossibile: palazzi di ambra e di turchese, la corona nuziale strappata dalle stelle e bagnata nella rugiada.
«Amami!», prega e ordina il Demone.
Allora Tamara si lascia baciare. Le ardenti labbra di Lucifero sfiorano la sua bocca tremante, i suoi occhi la guardano con sovrumana, insostenibile intensità, e la folgorano.
Il bacio dell’angelo caduto però, le dona la morte, dalle sue labbra ne esce veleno. Nonostante il suo amore fosse sincero, nulla vi può nascere poiché per natura in Lucifero si annida la distruzione e l’annientamento. Egli è la personificazione dell’egoismo.