Rappresenta la sconfitta delle difficoltà, resilienza e serenità in seguito a una lunga battaglia
<< Il drago nelle fiabe ha un aspetto terribile, con molte teste e lingue biforcute di solito, oppure quello d’una gigantesca lucertola con pupille di fuoco e artigli d’acciaio. Si nutre di vergini e di giovanetti, espelle fumo dalle narici e divora chiunque si avvicini al ponte che protegge il suo reame. Il paesaggio intorno a lui è cosparso di teschi, ossa spolpate e membra straziate, gli avanzi di coloro che tentarono di abbatterlo senza riuscirci.
Nella vita il suo aspetto è diverso. A volte non lo si può neanche definire perché simboleggia una realtà astratta che esiste, ma non si vede.
A volte non lo si può neanche riconoscere perché si presenta come una persona, cioè con un corpo normale, un tronco con due braccia e due gambe, una testa con un naso, una bocca e due occhi. Magari due occhi tondi, da ipnotizzatore, però così scivolosi da sembrare olive immerse nell’olio; mani morbide, disossate e voce carezzevole, suasiva.
(Le sue vittime) Le divora come fa il serpente alato delle fiabe, la gigantesca lucertola che sta a guardia del ponte. (…) Però guai se non lo combatti, se non lo denunci, se non lo sbugiardi! Il suo reame si allarga, il paesaggio intorno a lui si riempie più che mai di teschi, ossa spolpate, membra straziate… Infatti è avido, non si accontenta mai di quello che ha, si approfitta di ogni armistizio, ogni rassegnazione. >>
“Un uomo – di Oriana Fallaci”